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2012Workflow
In inglese è “Workflow”, i latini lo chiamavano “Modus Operandi” (anche se ha preso una denotazione più criminosa il senso è lo stesso), in italiano si chiama “Flusso di Lavoro” ed è l’insieme delle procedure, abitudini e fasi operative che identificano un processo dal suo inizio alla sua fine.
In qualsiasi ambito lavorativo si può individuare e descrivere un flusso di lavoro ed esiste anche nell’ambito fotografico.
Ogni fotografo ha il proprio ma le linee guida sono più o meno simili.
Il mio flusso si articola in 4 fasi:
- Verifica e preparazione dell’attrezzatura.
- Studio dell’ambiente (location) in cui fotograferò.
- Esecuzione degli scatti.
- Organizzazione, post-produzione e pubblicazione degli scatti.
La prima fase è quella di preparazione dell’attrezzatura ed avviene solitamente la sera precedente all’evento o shooting ed occupa circa 10/15 minuti di tempo.
La checklist di preparazione prevede controllo delle schede di memoria, dello stato di carica delle batterie (sia fotocamera che flash), reset delle impostazioni della macchina (soprattutto per quanto riguarda gli iso che spesso dimentico troppo alti ;-D) e soprattutto pulizia delle lenti.
La seconda fase avviene presso la location di scatto ed anche in questo caso è una checklist di verifica ed impostazioni:
- La location è al chiuso o all’aperto?
- C’è il sole, è nuvoloso? Se sono al chiuso ci sono luci sufficientemente potenti ad illuminare l’evento o devo ricorrere al flash?
- Imposto gli iso più adatti al caso.
- Effettuo il bilanciamento del bianco.
- Eseguo uno scatto al pattern di calibrazione (X-rite ColorChecker Passport).
- Individuo il personaggio o i personaggi principali.
- Come e quanto posso muovermi senza infastidire?
- Qualcuno potrebbe irritarsi se inquadrato?
- Conosco la cronologia di quello che avverrà?
- Ci sono posizioni da cui si possono effettuare scatti creativi?
- Dove avverranno le fasi principali dell’evento?
- Si possono realizzare scatti interessanti anche ad altri partecipanti all’evento principale?
- Varie ed eventuali.
La terza fase è quella di scatto vero e proprio.
Cerco sempre di creare una storia, un racconto dell’evento includendo sia personaggi principali che secondari.
Ogni tanto addirittura capita che i personaggi secondari siano migliori soggetti rispetto ai primi perchè non sono investiti dalle emozioni e quindi sono più a loro agio e naturali davanti alla fotocamera.
Lo scatto ideale, per me, è quello che racconta sia una storia che una parte della stessa.
Un pezzo di puzzle che anche isolato esprime un concetto, fa nascere una riflessione, fa scaturire un’emozione.
Dal punto di vista tecnico anche per questa fase esiste una checklist che prevede un’elenco di step di verifica e controllo anche se non sempre sono tutti necessari.
La lista dei controlli è più o meno questa:
- Messa a fuoco
- Profondità di campo (DOF)
- Luci ed ombre
- Sfondo
- Mosso e micromosso
- Composizione
- Iso
- Bilanciamento del bianco
- Bilanciamento delle Luci
L’ultima fase è quella dell’organizzazione, post-produzione e pubblicazione.
Uso quasi esclusivamente lightroom e per quanto riguarda l’organizzazione e categorizzazione:
- Sistemo il copyright.
- Sistemo i metadati.
- Scelgo gli scatti validi.
- Effettuo una post-produzione di base che estendo alle foto simili.
- Post-produco in modo preciso gli scatti migliori seguendo la mia regola dei 3 minuti. Ho notato che oltre un certo limite di tempo i miglioramenti che riesco ad ottenere non valgono la pena del tempo speso ad implementarli.
- Effettuo il ritaglio della composizione se necessario.
La mia post-produzione si svolge al 99% dentro lightroom ed inizia con l’import:
- Effettuo la correzione lente e le prime modifiche cromatiche. (Queste due operazioni avvengono automaticamente in fase di import)
- Correggo le luci, le ombre ed i mezzi toni.
- Controllo il contrasto, la vividezza ed i colori.
- Se mi piace ed aiuta l’espressione della mia visione aggiungo la vignettatura.
Se non bastano queste fasi a raggiungere la mia visione procedo con questi step:
- Lavoro sulle curve e nel pannello HSL di Lightroom.
- Uso un filtro graduato.
- Uso un pennello correttivo.
- Uso Photoshop.
Per fortuna il 95% dei miei scatti non necessitano di queste ulteriori fasi che, come in un sistema piramidale, mi rubano molto più tempo maggiore il livello di correzione al quale devo scendere.
In particolare alla fase Photoshop ricorro solo per correzioni selettive molto particolari che risultano purtroppo molto onerose in termini di tempo.
A questo punto il workflow è alla fine e devo solo esportare le foto e decidere quali canali usare per la pubblicazione.
I miei canali di pubblicazione sono:
- Sito personale nella sezione portfolio.
- 500px
- Flickr
- Se effettuo la ripresa di un’evento creo una galleria privata all’interno del mio sito. Il cliente così può vedere e scegliere le foto preferite che gli invierò poi in alta risoluzione.
Questo è il mio workflow, è ottimizzato per il mio modo di lavorare e mi aiuta a focalizzare gli aspetti più importanti dello shooting.
Mi rende libero di concentrarmi sugli scatti e sulla mia visione.
Per me funziona ma per qualcuno potrebbe non essere altrettanto valido.
Non dev’essere inteso come una tavola delle leggi ma bensì come una base di riflessione o comunque uno spunto per affinare e/o migliorare il vostro processo.